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giovedì 28 Marzo 2024
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Più della metà delle imprese corcianesi chiude in positivo il 2013, premiata l’innovazione

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Nel 2013 calano fatturato e utili per molte delle 1.870 Pmi umbre che il Centro studi economico e finanziario Esg89 ha fatto rientrare nell’indagine di mercato riguardante attività con un volume d’affari compreso tra 1 e 10 milioni di euro.
Nel territorio comunale di Corciano sono 77 le società di capitali prese in considerazione nell’ambito di svariati settori tra cui il meccanico, dell’edilizia e costruzioni, del commercio, dei trasporti-corrieri logistica e dell’edilizia-impiantistica.
Il 64,94% delle imprese corcianesi chiude il bilancio in positivo: più della metà del totale. Comunque un dato sotto la media provinciale perugina che è del 72,65%.  La percentuale migliore spetta a Città di Castello con il 78,95%, segue Foligno con il 66,10% delle imprese che chiudono in positivo. Performance peggiori di Corciano riguardano i comuni di Spoleto, Gubbio e Marsciano.
Fra i comparti che hanno contribuito a definire i risultati migliori spiccano computer- informatica,  ambiente-smaltimento, tessile-abbigliamento e meccanico. Di tutti gli altri settori preoccupa la redditività: nell’ultimo anno la somma risulta negativa di oltre 100 milioni.
Complessivamente in Umbria 546 società chiudono con il bilancio in perdita, 127 delle quali particolarmente colpite dalla crisi: il 6% evidenzia un rapporto perdita/fatturato che sfora il 10%. Rassicurante il 70% sul totale (1.870) che registra un utile d’esercizio variabile tra i 100.000 e i 500.000 €.
Giovanni Giorgetti, amministratore delegato di Esg89, spiega come siano le realtà che hanno saputo ridefinirsi sotto il profilo dei processi produttivi quelle che hanno conseguito risultati migliori. Nello specifico è l’investimento sul marketing, sull’innovazione di processo e prodotto e sull’internazionalizzazione a premiare 922 aziende umbre che fatturano sino a 3 milioni di euro sfruttando dinamicità e mercati esteri. Per altre che operano in settori saturi legati ai consumi interni il futuro appare più che mai incerto.
Giorgetti conclude con un monito: “L’avvenire delle Pmi umbre dipende dalle politiche governative di sviluppo tanto agognate e dalla disponibilità delle banche all’apertura di credito in favore delle attività produttive. Qualunque altra soluzione renderebbe vani gli sforzi degli imprenditori.”

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