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giovedì 7 Novembre 2024
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Verso le elezioni regionali, la sanita’ pubblica tema centrale per la candidata Carla Cicioni

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Nell’ambito della campagna elettorale per le elezioni regionali del 17 e 18 novembre Corcianonline ha intervistato Carla Cicioni, candidata della lista “Umbria per la Sanità Pubblica” che sostiene la corsa di Stefania Proietti alla presidenza della Regione Umbria. Cicioni racconta le motivazioni che l’hanno spinta a presentarsi alle elezioni regionali, sottolineando l’importanza della sanità pubblica come garanzia di equità e accesso per tutti. La sua decisione nasce dall’osservazione delle criticità nel sistema sanitario umbro e dalla volontà di contribuire a un cambio di rotta. Inoltre, esprime stima per la candidata presidente Stefania Proietti e per i valori che rappresenta, come la tutela dell’ambiente e l’attenzione verso le persone più fragili. L’intervista tocca anche il ruolo del “campo largo”, le difficoltà della campagna elettorale e le priorità per rilanciare la sanità pubblica nella regione.

Come è maturata la sua candidatura?

Ho seguito con interesse la nascita e la crescita della lista Perugia per la sanità pubblica nelle elezioni comunali e ho condiviso con molte altre persone il progetto di continuare questo percorso su una dimensione regionale. Credo fermamente che la tutela della salute sia un diritto e non un privilegio legato alle condizioni sociali ed economiche e che il prendersi cura delle persone e della comunità sia alla base della nostra convivenza civile. Solo la sanità pubblica può garantire a tutti i cittadini equità di accesso e una presa in carico di qualità. Prendersi cura non vuol dire erogare solo prestazioni, ma intraprendere azioni di prevenzione, di cura e di riabilitazione che abbiano come fondamento i bisogni e la dignità delle persone. Dare il mio piccolo contributo a cercare di fermare la deriva dei servizi sanitari umbri è stata una scelta in linea con la mia storia professionale, cui non potevo sottrarmi. È sotto gli occhi di tutti la deprivazione delle attività di prevenzione e consultoriali, dei servizi di salute mentale e di contrasto alle dipendenze, dei servizi di assistenza domiciliare e dei servizi legati ai bisogni dell’infanzia, alla cronicità e alla marginalità. Poiché non ci può essere salute senza pace, impegnarsi per la pace è un dovere di tutti, a maggior ragione nella regione di Capitini, ma anche una necessità per garantire l’adeguato finanziamento dei servizi sanitari.

Cosa pensa della candidata presidente Stefania Proietti?

Ho apprezzato Stefania Proietti per la sua competenza, la sua pacatezza e la scala di valori che esprime, in particolare la sua consapevolezza della necessità di tutelare l’ambiente, l’attenzione ai bisogni di salute e ai servizi per l’infanzia, ma anche la volontà di non lasciare indietro le persone più fragili. Ho apprezzato la sua capacità di leggere la complessità di una regione come l’Umbria, nelle sue diverse realtà territoriali. Condivido con lei il richiamo ai valori che sono stati di Francesco d’Assisi e di Aldo Capitini.

Quali sono i punti di forza del “campo largo”?

Sicuramente il desiderio di trovare punti di condivisione e di confronto fra persone che hanno avuto percorsi diversi, ma che si ritrovano nelle linee di fondo delineate dalla candidata presidente. La presenza di liste civiche o tematiche come «Umbria per la Sanità Pubblica – Pace» è una importante fonte di arricchimento e di partecipazione della nostra comunità regionale e una risposta alla rassegnazione di chi vede la politica sempre più lontana dalle istanze dei cittadini. Una risposta tesa a riportare tutti i cittadini, anche quelli che si sono allontanati tanto da rinunciare a esprimere il voto, a confrontarsi e a essere parte delle scelte comuni.

Cosa pensa degli altri schieramenti di sinistra che corrono da soli?

Credo che la volontà di partecipare al momento elettorale sia sempre espressione di democrazia. Oggi però è molto più utile e necessaria la ricerca di elementi comuni e il sostegno a una coalizione con concrete possibilità di governare la nostra regione, con competenza e perseguendo obiettivi di equità e tutela delle persone.

Che tipo di campagna elettorale state vivendo?

Stiamo centrando l’attenzione sull’ascolto di quanto esprimono le persone nel loro quotidiano, sulle difficoltà che incontrano nell’accedere ai servizi sanitari e sul rapporto talvolta conflittuale con i servizi sociali e sanitari. Gli operatori sanitari e sociali sono oppressi dalla mole di lavoro e dal clima di contrasto e insofferenza che si genera tra utenti esasperati e operatori impotenti. Un clima fondamentalmente legato alle carenze e alla precarietà di organico, all’insipienza nella programmazione e gestione sanitaria e a un sistema più attento alla ricerca di colpevoli piuttosto che di soluzioni.

Quali sono le priorità per l’Umbria?

I servizi sanitari della Regione dell’Umbria sono stati per decenni una eccellenza presa a modello a livello nazionale. La privatizzazione dei servizi perseguita dal governo Tesei, sul modello Lombardia, ha portato in pochi anni a un degrado della sanità pubblica, i cui sintomi più eclatanti sono l’ingovernabilità delle liste di attesa, la riduzione dei consultori, lo stato di abbandono dei servizi di salute mentale. Nel complesso si evidenzia una colpevole incuria verso l’intero sistema di cure primarie, insostituibile insieme di servizi fatto di medici e pediatri di famiglia, infermieri, assistenti sociali e specialisti in grado di garantire a tutte le persone di essere prese in carico. Da qui occorrerà obbligatoriamente ripartire per ricostruire un modello sanitario regionale al passo con i tempi e con i bisogni, consapevoli che tutelare la sanità pubblica vuol dire anche combattere la povertà, favorire la natalità e ridurre il disagio e l’insicurezza sociale.

Quali sono i problemi più sentiti nel suo territorio di appartenenza?

  • Difficoltà o impossibilità di accesso a visite o esami specialistici: liste di attesa infinite, impossibilità di prenotazione per molti esami, possibilità di accesso solo a distanza di molti chilometri dalla residenza. Come conseguenza: ricorso a prestazioni a pagamento o rinuncia a curarsi.
  • Deplorevole stato di incuria degli immobili che ospitano i servizi, spesso in condizioni di degrado offensive della dignità degli utenti e degli operatori.
  • Difficoltà nel rapporto con i medici di medicina generale costretti a un numero esorbitante di assistiti da seguire e a carichi di lavoro burocratico crescente.
  • Mancanza di servizi e percorso a ostacoli per ottenere l’assistenza per le persone non autosufficienti o con necessità riabilitative, con conseguente grande carico per i familiari e ripercussioni negative sulla loro situazione socio-economica e lavorativa.
  • Carenza di strutture e personale finalizzate a intervenire sul disagio psichico.

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