L’Avis dell’Umbria manifesta forti preoccupazioni sul futuro del “Sistema Sangue Regionale” e ricorda che è rimasto poco più di un mese alla scadenza di ogni proroga prevista dalla normativa vigente per provvedere alla messa a norma di tutte le strutture (Servizi Immunotrasfusionali e Punti di Raccolta fissi), alla loro autorizzazione, certificazione e accreditamento.
Senza tutto ciò – denuncia l’Avis – il 31 dicembre prossimo il sistema, o parte di esso, sarà “fuori legge” con grave danno per la raccolta di sangue e/o dei suoi componenti in un periodo che manifesta ripetute carenze.
Per l’Associazione sarebbe opportuno che la Giunta verificasse con urgenza se i Direttori Generali delle Aziende ospedaliere e delle AUSL stiano provvedendo, o abbiano già provveduto, a realizzare gli adeguamenti strutturali, di organico, strumentali e procedurali rilevati dai sopralluoghi informali, effettuati presso le strutture del Servizio, e agli stessi comunicati: e preveda che il raggiungimento di tale obiettivo sia tra quelli previsti per la valutazione dell’operato dei Direttori Generali.
Abbiamo la presunzione di pensare – prosegue l’Avis – che se nel Comitato direttivo del Centro Regionale Sangue ci fossero stati i Direttori Generali (presenza prevista dal decreto di nomina) o loro “delegati” con “poteri decisionali” e non “delegati a riferire” al delegante perché decida, lo stato di attuazione della messa a norma del Servizio sarebbe certamente più avanzato se non concluso.
L’Associazione rileva che si potrebbero evidenziare responsabilità politico-amministrative gestionali nel caso di inadempienza, sollecita quindi – così come già fatto ripetutamente in passato senza alcuna risposta – i Direttori Generali, con particolare riferimento a quelli delle Aziende Unità Sanitarie Locali Umbria 1 e Umbria 2, a far sì che venga garantito il rispetto delle norme ed un processo di adeguamento per valorizzare il “dono volontario, periodico, anonimo, gratuito e responsabile” che oltre trentamila donatori effettuato quotidianamente per garantire un servizio e rispondere adeguatamente alle necessità dei malati.
A fronte di ripetute emergenze di carenza di sangue particolarmente presso le due aziende ospedaliere di Perugia e Terni occorre per l’Avis un impegno comune, e ciascuno per le proprie competenze, per dare soluzione al problema e non per aggravarne l’esistenza; al mese di ottobre, si registrano –623 donazioni rispetto a quelle programmate.
L’Avis ricorda che chi è nelle condizioni di donare DONI concordando con la propria Avis, o con i Servizi Immunotrasfusionali, il giorno dell’ACCESSO perché il proprio gesto sia un SERVIZIO alla collettività, non solo un DONO.
Sangue, l’Avis Umbria denuncia: “A rischio tutto il sistema regionale di donazioni”

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