L’indagine condotta dal commissariato di Assisi su due coniugi cinesi accusati di avere gestito 17 case di appuntamenti di cui una a Corciano, è stata effettuata praticamente “a costo zero“. Gli investigatori infatti sono riusciti a ricostruire i luoghi e la modalità di gestione dei bordelli senza intercettazioni telefoniche o ambientali ma con metodi tradizionali. Ore di appostamenti, pedinamenti e servizi di osservazione hanno consentito di monitorare tutti i movimenti dei due coniugi, dei loro complici fino ai clienti abituali e occasionali. Secondo l’accusa, i due arruolavano giovani connazionali, privandole del passaporto, segregandole e costringendole a prostituirsi in 17 appartamenti a ‘luci rosse’ tra Assisi, Bastia e Perugia. Assieme ad altri complici – l’attività di indagine ha portato alla denuncia di altri 15 cinesi – i due avevano formato un sodalizio ‘familiare’ cinese con un enorme giro di denaro.
Indagini “a costo zero” per scoprire i bordelli cinesi

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