Il sindacato pensionati SPI- CGIL, Lega di Perugia, Corciano, Torgiano esprime la propria contrarietà agli aumenti tariffari dell’acqua dovuti all’applicazione delle nuove tariffe approvate dall’AURI (Autorità umbra rifiuti e idrico) e che saranno applicate da Umbra Acque a decorrere dal 2018.
Agli utenti dell’acquedotto perugino, 38 comuni, sono arrivate o stanno arrivando delle bollette esose con richieste di pagamento pesanti per le loro tasche e che diventeranno ancora più pesanti con la richiesta dei conguagli per l’anno 2018.
Le nuove tariffe stabilite dall’AURI non sono più calcolate per fasce di consumo ma in base alla composizione del nucleo familiare. Sembrerebbe una buona notizia – spiega il sindacato – ma è invece il solito aumento delle tariffe per due motivi: la tariffa base viene aumentata di circa il 50% rispetto a quella del 2017 e viene diminuita di circa il 35% la tariffa massima relativa alla III eccedenza. L’aumento della tariffa base è finalizzata ad incassare di più sui primi consumi colpendo gli utenti che consumano meno acqua (nuclei di 1 o 2 persone prevalentemente pensionati) o che cercano di salvaguardare la risorsa risparmiando il consumo di acqua. Inoltre la multinazionale ACEA, gestore di Umbra Acque, non ha i dati relativi alla composizione dei nuclei familiari e quindi ha stabilito il numero medio di 3: un nucleo familiare composto di una sola persona pagherà come se fossero in 3.
“Insomma siamo all’ennesimo aumento delle tariffe – spiega lo SPI Cgil – che produce solo grandi profitti per la multinazionale ACEA a scapito degli utenti. Il modello privato di gestione del servizio idrico, nonostante la vittoria del referendum del 2011 nel quale i cittadini si erano espressi contro la privatizzazione dei servizi pubblici e contro il profitto sulle tariffe dell’acqua, mostra il suo totale fallimento anche per l’acquedotto perugino:
1. Nel periodo 2016-2019 le tariffe sono sempre aumentate (2016 +5,5 %, 2017 +12,1 %, 2018 +8,4 %, 2019 +10,5%).
2. Umbra Acque non ha pagato i canoni ai comuni per un importo pari a € 12.640.000.
3. Nonostante Umbria Acque abbia definito in un suo comunicato “il miglior risultato di sempre” aver chiuso l’anno 2018 con un utile netto di oltre 4.000.000,00 di euro, gli utili non vengono spesi per realizzare investimenti per migliorare la rete idrica che presenta un aumento delle perdite ed in più abbiamo avuto anche procedure d’infrazione europea per mancanza di depuratori. Tutto è finalizzato solo al profitto del gestore!”.
Il sindacato pensionati SPI-CGIL pone alle forze politiche anche alcune domande:
cosa ne sarà del servizio idrico del perugino alla scadenza della concessione nel 2027?
cosa fanno Sindaci e Amministratori per cercare di migliorare il servizio?
cosa fa il Sindaco del comune di Perugia che detiene la quota maggiore (33%) tra i 34 comuni facenti parte dell’assetto societario di Umbra Acque e che aveva promesso 5 anni fa ai cittadini la realizzazione di un programma di diminuzione di tasse e tariffe?
Il sindacato pensionati SPI-CGIL auspica che queste domande trovino una risposta per aprire una nuova pagina di gestione oculata del servizio idrico e per consegnare alle generazioni future un servizio funzionale e sostenibile economicamente di un bene fondamentale come quello dell’acqua.
commenti
Floriana Fagioli
17 Maggio 2019 at 11:14E l auri approva. . . . !
Gianni Moretti
17 Maggio 2019 at 03:02https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://amp.perugiatoday.it/attualita/acquedotti-recupero-perdite-auri-umbria-investimenti.html&ved=2ahUKEwi11LbMrKHiAhVDCuwKHc69AqkQFjAGegQIBBAB&usg=AOvVaw2Dz1_dQnQ5ZtCMfEqxs6j5&cf=1&cshid=1558054543529
Gianni Moretti
17 Maggio 2019 at 03:05Mi sono fatto un’idea, leggendo l’articolo di febbraio del corrente anno
Osvaldo Capocchia
16 Maggio 2019 at 20:19Una spesa più che raddoppiata in pochi anni ..Ladri
Isolina Cardellini
16 Maggio 2019 at 17:36Attenzione anche.Magione anche se dicono no grazie
Disi Anto
16 Maggio 2019 at 12:48Speriamo che si faccia chiarezza come per l’Azienda Sanitaria
Matteo Scerra
16 Maggio 2019 at 12:45L’unica soluzione è che l’acqua torni pubblica ma i nostri politici non molleranno mai il ricco piatto delle municipalizzate, eppure ci sono realtà italiane dove questo bene prezioso viene gestito senza l’affido a ad spa e super manager strapagati.
Non dimentichiamo che c’è stato un referendum e gli italiani sono stati molto chiari