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venerdì 19 Aprile 2024
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Col monossido non si scherza: ecco le raccomandazioni dell’Ospedale contro le intossicazioni

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monossidoLe gravi intossicazioni da monossido di carbonio dello scorso fine settimana devono suonare come un campanello d’allarme. È per questo che il direttore della struttura complessa di Medicina del lavoro del S. Maria della Misericordia, prof. Giacomo Muzi, lancia un monito.
“Il rapido mutamento climatico degli ultimi giorni, caratterizzato da una brusca riduzione della temperatura dell’aria, comporta – spiega il prof. Muzi tamite l’ufficio stampa – l’impiego da parte delle famiglie di sistemi di riscaldamento supplementari, stufe a legna, bracieri, caminetti, accanto all’usuale attivazione dei sistemi centralizzati o termo-singolo. Proprio questi sistemi provocano una percentuale molto alta di eventi anche di gravità assoluta, per cui è necessario usare prudenza”.

VELENO INFIDO E POTENTE – “Il gas che si produce nel corso di una combustione incompleta di materiale organico – spiega ancora – si verifica quando è disponibile poca aria e quindi poco ossigeno. Il monossido di carbonio è un gas privo di odore e di colore, non irritante per gli occhi, la cute e le mucose delle vie aeree, pertanto la sua presenza non è rilevabile; è più leggero dell’aria e tende a salire verso le parti superiori degli ambienti e delle abitazioni ove si trovi una fonte di emissione, saturando rapidamente gli ambienti stessi”.
“Nel mondo – sottolinea ancora il prof. Muzi – il monossido di carbonio è la causa più frequente di avvelenamento, che determina alterazioni anche gravi di organi ed apparati o la morte; solo negli Stati Uniti si registrano circa 40.000 casi di intossicazione ogni anno, ma le stime sono molto alte anche in tutti i Paesi europei, e l’Italia non è certo negli ultimi posti della graduatoria. Le fonti di esposizione che più spesso danno luogo a gravi intossicazioni da monossido di carbonio sono quelle domestiche o, comunque, costituite da sistemi di riscaldamento collocati in ambienti interni non industriali, in particolare durante la stagione invernale e nei giorni più freddi”.

DAL MALORE AL COMA – “Il monossido di carbonio non appena prodotto – spiega il prof. Muzi – si diffonde rapidamente nell’ambiente e viene inavvertitamente inalato dalle persone presenti, anche in locali attigui a quello in cui è situata la sorgente di combustione. Il gas inalato passa in modo rapidissimo nel sangue, si lega all’emoglobina al posto dell’ossigeno e blocca il normale apporto di ossigeno agli organi. Se le concentrazioni di monossido di carbonio sono elevate, in pochi minuti gli organi più attivi e vitali quali il cervello ed il cuore manifestano alterazioni funzionali. I disturbi sono inizialmente il mal di testa, la difficoltà di concentrazione, la stanchezza ed un malessere generale che, rapidamente, si accompagnano a vertigini, disturbi della vista e dell’udito, alterazioni del ritmo cardiaco, perdita della coscienza e, nei casi più gravi, insorgenza di coma. Appare evidente che la diagnosi di intossicazione deve essere formulata il più rapidamente possibile e il trattamento iniziato immediatamente ed attuato in modo appropriato”.

MAGGIORE INFORMAZIONE – “Un ruolo determinante è svolto dall’informazione della popolazione sui rischi correlati – conclude Muzi – con l’impiego di fonti di combustione. È importanti la manutenzione periodica da parte di tecnici esperti di caldaie per riscaldamento (specialmente se autonomo), fornaci, forni, focolari, stufe, canne fumarie, oltre al divieto di impiego di fonti di combustione in ambienti confinati con scarsa ventilazione”.

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