Si chiama Carla la primogenita del 2016 nata nell’ospedale di Perugia Santa Maria della Misericordia. È venuta alla luce alle 4.37 per la gioia dei genitori Laura e Luigi e pesa kg 2.940. L’ultimo nato del 2015 invece si chiama Tommaso, pesa kg 3.480 e i genitori Camilla ed Omar lo anno visto nascere alle 15.52 del 31 Dicembre.
“Nel 2015 i parti sono stati 2073 con ua crescita del 6,74% rispetto ai 1942 dello scorso anno – comunica il direttore della struttura complessa di Ostetricia e ginecologia dr. Giorgio Epicoco. I nati invece sono stati 2122, 135 in più rispetto al 2014. Ci sono stati 46 parti plurimi, 44 gemellari e 2 trigemini. 15 i parti naturali (nel 2014 i parti plurimi erano stati 43, con soli 8 naturali). Sono state 28 le donne che hanno partorito nelle “Stanze di Lucina”, dove sono state assistite dalle sole ostetriche”.
I tagli cesarei, come illustrato durante la conferenza di fine anno dell’attività dell’Azienda ospedaliera di Perugia, sono stati 617 con una percentuale del 29,67. “Nel 2014 erano stati 658 con un tasso del 33,88%, la riduzione è risultata pertanto di oltre 4 punti – informa il dr. Giorgio Epicoco, attraverso l’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. Le madri straniere sono state 513, pari al 24,75%, in lieve calo rispetto al 25,84% dello scorso anno. Come lo scorso anno, soltanto l’Oceania non può essere annoverato tra i continenti di donne che hanno partorito al S.Maria della Misericordia: il 46,17% è Europeo, dell’Est in particolare, il 31,26% di origini africane, il 15,73% dell’America (del Sud in particolare), il 7% è asiatico con discreta rappresentanza cinese.
Alcuni dati dei bambini venuti alla luce nel nosocomio perugino: il neonato di minor peso raggiungeva appena 500 grammi, il più “robusto” ha sfiorato i 5 Kg. Nel 2015 sono nati 5 bambini al di sotto delle 24 settimane, il più precoce non aveva compiuto le 23 settimane. Circa il 35% delle partorienti ha approfittato della parto analgesia messa a disposizione 24h. Tra le gestanti con precedente taglio cesareo 64 hanno chiesto il “travaglio di prova”, 53 hanno poi partorito naturalmente, circa l’83%, nel 2014 erano state poco più del 70%.
Il protocollo aziendale multidisciplinare per le gravidanze ad altissimo rischio emorragico è stato attivato in 20 casi, in altri 10 in condizioni di emergenza.