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lunedì 16 Giugno 2025
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Evasione fiscale in Umbria: solo quattro comuni attivi nella lotta al sommerso

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Prima Pagina - AdnKronos

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In Umbria l’evasione fiscale continua a rappresentare un fenomeno significativo, eppure i Comuni sembrano ignorarla. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, nel 2023 solo quattro Comuni umbri hanno partecipato attivamente alla lotta contro l’evasione segnalando all’Agenzia delle Entrate casi documentati di infedeltà fiscale. I dati parlano chiaro: a fronte di un’evasione stimata di oltre 1,4 miliardi di euro nella regione, con una percentuale del 14,3% di imposte sottratte al fisco rispetto al totale teorico, la risposta delle amministrazioni locali è stata pressoché nulla, salvo rare eccezioni.

In particolare, spiccano tre piccoli centri della provincia di Perugia: Monte Santa Maria Tiberina, che ha ottenuto un contributo di quasi 19mila euro, Citerna con oltre 15mila euro e San Giustino con poco più di 3mila euro. A questi si aggiunge Narni, in provincia di Terni, che ha incassato appena 620 euro. I grandi assenti sono proprio i due capoluoghi, Perugia e Terni. Il primo non riceve fondi da questa attività dal 2020, il secondo addirittura dal 2016. Eppure, i numeri dell’economia sommersa sono tutt’altro che trascurabili. Il tasso di lavoro nero in Umbria è del 9,5%, leggermente inferiore alla media nazionale ma comunque preoccupante, con circa 35mila occupati irregolari. Quanto all’abusivismo, in Umbria per 100 costruzioni autorizzate ce ne sono più di 10 abusive.

L’inazione dei Comuni è tanto più paradossale se si considera che le amministrazioni riceverebbero il 50% delle somme recuperate grazie alle loro segnalazioni. Dal prossimo anno la quota salirà nuovamente al 100%. Ma qualcosa continua a non funzionare. Da un lato ci sono carenze strutturali, come la mancanza di personale formato in grado di produrre segnalazioni precise e circostanziate. Dall’altro, resta un nodo culturale e politico: la paura di inimicarsi una parte dell’elettorato o di colpire fenomeni sociali radicati, come il lavoro irregolare o l’abusivismo edilizio. In sostanza, mentre piccoli Comuni come Monte Santa Maria Tiberina mostrano che è possibile agire anche con risorse limitate, le grandi città restano ferme, rinunciando a fondi preziosi e lasciando che l’evasione continui indisturbata. Un’occasione persa, che pesa sulle finanze pubbliche e soprattutto sui cittadini onesti, costretti a sostenere un sistema che non premia la legalità.

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