A Mantignana, frazione del Comune di Corciano, suona l’allarme sanità: dopo il trasferimento del secondo medico di famiglia, oggi ne resta soltanto uno, destinato però ad andare in pensione. Il rischio è concreto: la frazione potrebbe restare senza medico di base, costringendo gli abitanti – quasi 3000 e molti dei quali anziani – a spostarsi verso altri centri per ricevere cure primarie. Il caso di Mantignana non è isolato ma è il riflesso di una crisi ben più ampia.
Crisi dei medici di base: Umbria tra le regioni più colpite
Secondo quanto emerso dal Congresso interregionale della Società Italiana di Medicina Generale, le carenze più gravi si registrano proprio nell’Italia centrale: Abruzzo, Marche, Molise e Umbria. Aree interne, borghi, frazioni e piccoli comuni sono oggi i territori più scoperti.
In Umbria, le zone urbane reggono, ma le aree rurali – come il Trasimeno o parte del Perugino – mostrano una forte sofferenza. Lo conferma Pietro Tasegian (SIMG Umbria): ogni anno si copre meno della metà dei posti disponibili nel corso di formazione per i medici di base. Un dato preoccupante: nel 2024, solo 16 candidati su 45 sono stati ammessi.
Una professione che attrae sempre meno
La causa? Una professione sempre più complessa, meno tutelata e mal remunerata. I giovani medici denunciano carichi di lavoro insostenibili, assenza di part-time, obblighi di servizio nelle Case di Comunità e turni notturni.
Secondo il Sindacato Medici Italiani, le condizioni contrattuali attuali scoraggiano soprattutto le giovani dottoresse, oggi in forte aumento nella professione, che chiedono maggiore conciliazione tra lavoro e vita privata. A questo si aggiungono stipendi erosi dall’inflazione e poca chiarezza sul ruolo nelle nuove strutture sanitarie territoriali.
Mantignana chiede risposte
In questo contesto, a Mantignana il problema è molto sentito. Se non verrà assegnato un nuovo medico prima del pensionamento dell’unico rimasto, l’intera frazione si troverà senza un presidio medico di prossimità. I disagi per i residenti sarebbero enormi, specie per chi non ha mezzi propri o è affetto da patologie croniche.
L’opinione diffusa è che il Comune di Corciano e la Regione Umbria debbano intervenire con urgenza, sia individuando soluzioni tampone immediate – come incarichi provvisori o la mobilità di altri medici presenti nel distretto – sia lavorando su piani strutturali per rendere la professione più attrattiva.
Corso di formazione: la chiave per il futuro
A livello strutturale, uno degli strumenti più importanti resta il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, avviato ogni anno e rivolto ai neolaureati in Medicina. Il bando per il triennio 2025–2028 è attivo, ma numeri alla mano, l’adesione è ben lontana da quanto necessario.
Rendere questo percorso più attrattivo e sostenibile è la vera sfida. Solo così sarà possibile assicurare un ricambio generazionale e salvare quella figura insostituibile che, soprattutto nei piccoli centri come Mantignana, rappresenta molto più di un semplice medico: un punto di riferimento umano, sanitario e sociale.