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mercoledì 11 Dicembre 2024
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Al Teatro della Filarmonica in scena “Natale in casa Cupiello”

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La Stagione 24/25 del Teatro della Filarmonica di Corciano, organizzata dal Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con l’amministrazione comunale, ospita sabato 30 novembre alle 21 Natale in casa Cupiello. Spettacolo per attore cum figuris di Eduardo De Filippo, da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia, diretto da Lello Serao e interpretato da Luca Saccoia (spettacolo vincitore del Premio Hystrio Twister 2024). Un originale allestimento, omaggio all’opera di Eduardo, in occasione dei 90 anni dal suo debutto, prodotto da Teatri Associati di Napoli e Interno 5, con il sostegno di Fondazione Eduardo De Filippo e Teatro Augusteo.

Una messinscena non convenzionale che vede un unico attore interagire con sette pupazzi realizzati dallo scenografo Tiziano Fario, autore dell’intera scenografia, e animati da un gruppo di manovratori costituito ad hoc per il progetto – Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani, Irene Vecchia – e coordinato da Irene Vecchia, attraverso un laboratorio di formazione aperto ai giovani del territorio campano, svoltosi con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival nell’ambito della rassegna “Quartieri di Vita” 2020.
Lo spettacolo, fedele al testo di Eduardo, evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo uno squarcio dentro l’immaginario e la memoria di ogni spettatore. Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale l’attore Luca Saccoia s’immerge riemergendone come “Tommasino” che, dopo aver detto il fatidico “sì” a suo padre, rivive e fa rivivere quel “Natale” che ci accompagna da 90 anni.

“Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico – spiega il regista – Il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere. È proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, “Nennillo”, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico “si” sul letto di morte del padre?

A queste risposte abbiamo provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel “si” convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte. Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe.”

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