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giovedì 28 Marzo 2024
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L’amministrazione pianta gli “alberi della memoria” e coinvolge le scuole sui temi della giustizia e della legalità

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Sono giorni intensi e dall’elevato valore simbolico quelli che si stanno vivendo a Corciano, sul filo degli… alberi. Ulivi, per essere precisi, piantati in più parti del territorio per parlare di giustizia e legalità. Nei giorni in cui sono state ricordate le vittime delle mafie e delle stragi, il Comune in sinergia con il “Movimento delle Agende Rosse, gruppo Umberto Mormile” ha strutturato una manifestazione composita e commovente.

La prima, avanti agli studenti delle terze medie dell’Istituto Benedetto Bonfigli, nel quale, prima della piantumazione è stata tracciata, con l’ausilio di una voce recitante (Michele Trombettoni) e due musicisti (Giulio Castrica – chitarra e Giovanni Brugnami – flauto traverso) la figura di Umberto Mormile. Assassinato dalla ‘ndrangheta in un agguato l’11 aprile 1990 lungo la provinciale Binasco-Melegano, nei pressi di Carpiano, mentre andava al lavoro al nuovo carcere di Opera, fu uno dei primi educatori carcerari, dopo la riforma dell’ordinamento penitenziario con la legge 354/1975, e si distinse per l’approccio innovativo al tema della rieducazione del condannato.

La sua è una vicenda che, purtroppo, conserva ancora troppe zone d’ombra. “È stata una mattina davvero emozionante – il commento del Sindaco Cristian Betti – Credo fermamente che solo insieme alle scuole e il coinvolgimento di tutti, a tutti i livelli, potremo dare una spallata importante nella lotta alle mafie. La comunità di Corciano ha fatto un piccolo grande passo in quella direzione”.

In rappresentanza dell’amministrazione, presenti anche gli assessori Andrea Braconi e Sara Motti, oltre ai consiglieri Andrea Bacelli (”credo sia un dovere di tutte le amministrazioni – ha detto – promuovere momenti in cui i ragazzi delle scuole possano venire a contatto con le storie di persone che come Umberto Mormile hanno incarnato ed incarnano valori importanti come giustizia e legalità”), Elena Ciurnella, Gianluca Taburchi e Lucrezia Russo. Anche Stefano Mormile, fratello di Umberto, che ha presenziato alla cerimonia, si è detto commosso da tanta partecipazione che lo ha “avviluppato completamente”. “Mi ha colpito – ha aggiunto, tra l’altro – la presenza vera e non di circostanza delle istituzioni, rappresentate dalla Giunta locale che costituiscono quasi … quasi …. una riparazione per i torti subiti da Umberto, ucciso dalla ‘ndrangheta e tradito dallo Stato. Ancora oggi lo Stato cerca di mistificare la realtà per nascondere le proprie responsabilità che sono enormi, non solo nella vicenda di Umberto, ma la presenza vera e partecipata della Giunta mi fa ritenere che c’è un futuro per questo Paese”.

A commuovere il fratello di Umberto anche l’istituzione, su iniziativa del movimento delle Agende Rosse, gruppo Mormile di Perugia e del Trasimeno, a partire proprio dal 2022, del Premio nazionale “Umberto Mormile, in direzione ostinata e contraria”. Il Premio, è stato detto, assegnato annualmente il 15 settembre in occasione del compleanno di Umberto, sarà conferito a chi, con opere d’ingegno, o azioni e scelte concrete e permanenti, nel corso dell’anno precedente, ha contribuito a far conoscere la storia di Umberto Mormile rafforzando ed amplificando la legittima richiesta dei suoi familiari di fare luce sulla “Falange Armata”, nodo centrale per arrivare a comprendere il movente del suo omicidio ed il ruolo di uomini dei Servizi segreti in esso. Primo vincitore, Patrizio Cannata, autore, regista ed interprete della performance teatrale “Vita a canestro”, presente di persona alla cerimonia. Nella motivazione si legge “l’autore, raccontando il proprio vissuto e descrivendo i fondamentali e le regole della pallacanestro, dal particolare ascende verso tematiche di carattere generale e sociale equiparando le regole e gli schemi di gioco a tematiche di carattere generale e sociale”.

In occasione, poi, della commemorazione della strage di Capaci, l’amministrazione nel corso di una seconda cerimonia – alla quale, è stato detto, ne seguiranno altre – ha piantato un altro ulivo in ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, morti il 23 maggio 1992.

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