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venerdì 19 Aprile 2024
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Saldi invernali: previsti acquisti in calo, le famiglie umbre spenderanno 331 euro

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Al via il 5 gennaio i saldi invernali in Umbria dove Confcommercio prevede un volume di acquisti “leggermente inferiore a quello dell’anno scorso, ma in linea con il momento”. Secondo le stime dell’Ufficio studi dell’organizzazione ogni famiglia spenderà 331 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori. Secondo Confcommercio i saldi arrivano in Umbria dopo un Natale che nel fashion retail ha visto una ripresa “ancora debole” e acquisti “col freno tirato, con forti preoccupazioni manifestate in particolare dagli operatori dei centri storici, che sommano i problemi del comparto a quelli generati della crisi delle acropoli, nonostante l’impegno profuso per creare elementi di attrazione”. La categoria spera quindi di trovare nei saldi “una boccata di ossigeno ed un innesto di liquidità”. “Anche se veniamo da un Natale poco soddisfacente – sottolinea il presidente di Federmoda Confcommercio Umbria Carlo Petrini – vogliamo guardare a queste vendite promozionali con ottimismo, perché rimangono ancora una fase cruciale sia per le imprese del retail che per le gli investimenti annuali dei consumatori in abbigliamento e calzature”.

Secondo Petrini è però “urgente rivedere prima di tutto la data di inizio dei saldi, posticipandoli a fine gennaio (fine luglio per quelli estivi)”. “Oggi – spiega il presidente Federmoda – il picco degli acquisti è addirittura alla terza settimana, la prima e la seconda funzionano poco. Il perché è presto detto: la gente spende solo dopo aver percepito lo stipendio, e quindi dopo il 10/15 o addirittura dopo il 27 del mese. Nel contempo, iniziando i saldi il 5 gennaio le imprese anche piccole non possono non tenere aperto il giorno della Befana e domenica 7, affrontando costi e sacrifici a fronte di scarsi affari”.

Per Petrini c’è anche la priorità di cambiare la normativa regionale in materia di vendite promozionali. “Attualmente, in modo anomalo rispetto a tante altre regioni italiane – spiega – sono liberalizzate, e questo genera una vera e propria giungla di offerte anche a ridosso dei saldi, vanificandone l’effetto, creando forme anomale di concorrenza e confondendo i consumatori. Siamo peraltro perfettamente consapevoli che le imprese del settore devono fare i conti non solo con la crisi dei consumi e le regole da rivedere, ma con un nuovo modo di consumare, legato al commercio elettronico, che anche in Italia sta crescendo in maniera sempre più elevata. Da almeno 3 anni Confcommercio lavora per aiutare le imprese a diventare sempre più cross-canali, a farsi trovare sul web, ma anche e soprattutto a potenziare ed evidenziare quegli elementi di valore e specificità che rendono unica e speciale per il consumatore l’esperienza di acquisto nel negozio fisico”. (ANSA).

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