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venerdì 19 Aprile 2024
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Meno giovani, più anziani: la Regione stanzia fondi per la genitorialità

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bambino-neonatoDalla Regione Umbria arriva un ulteriore sostegno ai nuclei familiari con bambini da zero a tre anni, alle donne sole con figli piccoli e alle giovani coppie in attesa di un bambino: lo rende noto l’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, spiegando che la giunta regionale ha approvato un programma di interventi a sostegno della genitorialità, finanziato con oltre 153 mila euro, di cui 123 mila euro provenienti dalle risorse del Fondo nazionale per le politiche della famiglia per l’anno 2016, e oltre 30 mila euro di cofinanziamento regionale.

“L’idea – spiega Barberini, in un comunicato della giunta – è quella di promuovere azioni di sostegno socio-economico per favorire la genitorialità e quindi andare incontro ai bisogni delle famiglie, anche monoparentali, con bambini piccoli o in attesa di un figlio, in base alle soglie Isee definite da regolamenti comunali o zonali, e anche attraverso progetti territoriali, attivati dalle varie zone sociali. Tra le azioni previste sono ricompresi buoni acquisto di beni per la prima infanzia, interventi di sostegno e facilitazione alla costruzione di una positiva relazione tra madre e figlio, campagne informative sugli strumenti di sostegno alla natalità e alle responsabilità genitoriali e il potenziamento delle misure già messe in atto dallo Stato in questo ambito”.

L’assessore ricorda che “in Umbria, come accade da molti anni in Italia, il movimento naturale della popolazione è negativo e la crescita nel 2014 è stata di meno 3,2 per mille abitanti, un valore negativo tra i più alti d’Italia. Sempre nel 2014, il tasso di natalità è stato di 7,8 per mille abitanti, con un decremento costante dal 2010, mentre registra valori più alti sia in Italia (8,3) sia nel Centro del Paese (8,2). La provincia umbra con la natalità più bassa è Terni, con un tasso di 7,2 per mille, mentre Perugia registra l’8,1, e l’incremento demografico, in Italia come nella nostra regione, deriva soprattutto dalla presenza di immigrati. Nel 2014, il tasso di fecondità totale in Umbria è stato di 1,26 per le donne ‘autoctone’ e di 1,62 per le straniere, per le prime l’età media del primo parto è di oltre 32 anni, mentre per le donne provenienti da altri paesi di circa 28″.

Per Barberini “la forte contrazione delle nascite, sotto il livello di una fisiologica sostituzione delle generazioni, insieme all’aumento della durata della vita, aumentano la proporzione degli anziani determinando, di conseguenza, l’invecchiamento della popolazione”. L’indice di vecchiaia dell’Umbria, infatti, calcolato secondo il rapporto tra over 65 e under 14, è passato dal 61 per cento registrato all’inizio degli anni Settanta, al 189,3 per cento nel 2015. Un valore molto elevato, se confrontato con l’Italia (157,7 per cento), il Centro (169,3 per cento) e, soprattutto, il Sud (139,3 per cento)”. “In questo quadro – conclude Barberini – come rilevato anche nel nuovo Piano sociale regionale in fase di approvazione definitiva, è importante sostenere le famiglie e aumentare le azioni integrate per il supporto alla genitorialità”.

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