Grande attesa per l’arrivo di Toni Servillo al Teatro Cucinelli di Solomeo, venerdì 29 e sabato 30 aprile, alle 21 con le due recite dello spettacolo “Toni Servillo Legge Napoli”, inizialmente previste il 13 e il 14 marzo e rinviate a causa di motivi di salute dell’artista.
Lo spettacolo è un sentito omaggio alla cultura partenopea che l’attore rende immergendosi nella sostanza verbale di poeti e scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene la carne e il cuore. È il ritratto di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, divisa fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni.
“Ho scelto questi testi – rivela un appassionato Servillo – perché ne emerge una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo”.
Toni Servillo affronta la sostanza verbale di dieci poeti e scrittori, testimoni della città nel passato e nel presente, offrendo attraverso emblematici scritti il quadro sintetico di una realtà impietosa ai limiti del paradosso, tra pulsioni e pratiche, carne e sangue. Ne emerge un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
Accanto a poemetti ormai considerati fra i grandi classici del Novecento come “Lassamme fa’ a Dio” di Salvatore di Giacomo e “De Pretore Vincenzo” di Eduardo de Filippo, due liriche di Ferdinando Russo, “‘A Madonna d’‘e mandarine” e “E’ sfogliatelle”, e l’attualissima “Fravecature” di Raffaele Viviani.
Servillo dà poi voce alla sanguigna e veemente invettiva de “A sciaveca” di Mimmo Borrelli e alla lingua contemporanea, colta ed allusiva di “Litoranea” di Enzo Moscato, tagliente riflessione sulle contraddizioni e sul degrado di Napoli che, nel 1991, costituiva il finale di “Rasoi”, spettacolo-manifesto di Teatri Uniti.
Assolutamente inedite e composte per la circostanza sono “‘O vecchio sott’o ponte” di Maurizio De Giovanni, a raccontare l’inumano dolore per la perdita di un figlio, e “Sogno napoletano” di Giuseppe Montesano in cui, dichiarata la dimensione onirica, l’apocalisse lascia il passo ad un salvifico, auspicato, risveglio delle coscienze. Entrambe si infrangono nella successiva sequenza, aspra e feroce, di “Napule”, crudo ritratto della città scritto da Mimmo Borrelli.
“Oltre la lingua – aggiunge Toni Servillo – il filo rosso che attraversa e unisce la serata è il rapporto speciale, caratteristico di tantissima letteratura napoletana, con la morte e con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso e Dio stesso”.
Novanta intensi minuti che l’attore conclude con “‘A livella” di Totò, “Primitivamente” di Raffaele Viviani, “‘Nfunno” di Eduardo de Filippo ed infine “Cose sta lengua sperduta” di Michele Sovente.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
Francesca Torcolini
Uffici Stampa Teatro Stabile Umbria