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venerdì 29 Marzo 2024
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Imprese umbre, saldo negativo di 1.787 imprese: l’edilizia la più colpita dalla crisi

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ediliziaChe i tempi per le imprese italiane non siano dei più propizi non ci vuole certo un esperto per dirlo. Basta fare un giro in una qualsiasi città del territorio nazionale per vedere serrande abbassate e impianti fermi. Nella migliore delle ipotesi le imprese hanno trasferito la parte produttiva in quei Paesi dell’est dove la manodopera costa decisamente meno che in Italia, ma per chi ci lavora la solfa, alla fine, non cambia poi troppo.

Alcuni giorni fa sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta su tutto il territorio della regione Umbria e quanto è emerso è a dir poco sconcertante. A dare una nota positiva, il fatto che la caduta libera del settore dell’imprenditoria umbra sembra essersi, in questo momento, arrestata, forse giusto in tempo per evitare il disastro totale. Ma veniamo ai numeri, che poi sono proprio quelli che danno il polso della situazione. Secondo quanto afferma il responsabile regionale di Cna Produzione, Francesco Vestrelli, sarebbero “affondate” circa il 2,1% delle imprese nella regione. Il dato di per sé è angosciante, e tuttavia, se rapportato al trend nazionale, non appare poi così drammatico.

Tra le imprese che non hanno retto il peso della crisi, il settore edilizio è quello che ha dato un  maggior tributo nel senso delle perdite, registrando ben 1.209 imprese in meno. Seguono il comparto dell’agricoltura, con meno 1.755 imprese all’appello, trasporti, settore manifatturiero che, nonostante abbia perso 470 imprese, però, se ne ritrova ancora 8.344 operative. In controtendenza, registrando quindi un segno più, le aziende del settore agroalimentare con un +40 aziende e +58 segnato dalle aziende meccaniche che realizzano macchinari. Il livello di esposizione debitoria rimane al di sotto della media nazionale, sia per i finanziamenti che per il comparto dei mutui (approfondimenti su http://www.spaziomutui.com/guidacasa/mutuo-ristrutturazione.htm).

Ma al di la dei numeri, delle cifre scritte sulla carta, ci sono delle persone. Dietro ogni operaio che è rimasto a casa dopo aver perso il lavoro, c’è una famiglia che stenta a trovare un equilibrio economico. Certo, imparare a risparmiare fa di necessità virtù, ma sebbene in molti siano riusciti a ridimensionare le spese delle utenze domestiche grazie anche alle dritte e ai consigli ad esempio su solo adsl apprendistatodiroma.it, il gap tra spese e stipendio è sempre troppo ampio. Soprattutto in momenti particolari come questo dove non si riesce più a dare valore al potere d’acquisto degli italiani.

Occorre senza dubbio un piano mirato atto all’incentivazione delle nuove imprese e al rifinanziamento di quelle che ancora possono essere aiutate.

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