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venerdì 19 Aprile 2024
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Femminicidi, in Umbria l’indice più alto per donne residenti: 6 i casi nel 2013

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FemminicidoÈ l’Umbria a registrare l’indice più alto (12,9 femminicidi per milione di donne residenti): è quanto emerge nel secondo rapporto Eures sul femminicidio in Italia, che segnala un balzo in su del fenomeno tra il 2012 e il 2013: + 14%, rivela la ricerca, e in cima alla lista ci sono Roma e il Lazio. Nel 2013 è il sud l’area a più alto rischio di femminicidio (75 vittime, + 27,1% rispetto all’anno precedente), mentre a nord si registra un decremento (-21%, pari a 60 casi). Ma è nelle regioni centrali che il fenomeno esplode, con il 100% in più di delitti, da 22 a 44.

FEMMINICIDI, BOOM AL CENTRO –  I casi crescono nel Lazio (da 9 a 20), in Umbria (da 3 a 6), in Toscana (da 6 a 13), e nelle Marche (da 4 a 5). Prima in classifica, insieme al Lazio, è la Campania, poi ci sono la Lombardia (19), la Puglia (15), la Toscana (13), la Calabria e Sicilia (entrambe con 10 vittime). Quanto alle province, apre la lista Roma (11 femminicidi) seguita da Torino (9), Bari (8), Latina, Milano, Palermo e Perugia (6 ciascuna).

FEMMINICIDIO IN TUTTA ITALIA – Sono state 179, in tutta Italia, le vittime della violenza maschile nel 2013, che ha rappresentato l’«anno nero» per il femminicidio nel nostro Paese, il più cruento degli ultimi sette. Mai la percentuale delle donne uccise era stata così elevata rispetto al totale degli omicidi (502): il 35,7% , oltre di un terzo. Accanto ai cambiamenti nella distribuzione territoriale, il 2013 registra anche la crescita dell’età media delle vittime di femminicidio, passata dai 50 anni del 2012 ai 53,4 dell’anno scorso. Il rapporto Eures conferma che sono le pensionate le vittime prevalenti (35,5%); al secondo posto le casalinghe e le disoccupate (15,1%); quindi le impiegate, le lavoratrici dipendenti, le domestiche, le colf e le badanti (9,9%).

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