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giovedì 28 Marzo 2024
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Ecco il nuovo disegno di legge della Regione sulle “Sagre”

Da leggere

sagra_bisteccaCon l’obiettivo di disciplinare lo svolgimento delle sagre e delle feste popolari in Umbria, la giunta regionale, su proposta dell’assessore Fabio Paparelli, ha preadottato un disegno di legge. “Si tratta di un provvedimento molto atteso, unico nel panorama legislativo nazionale e fortemente partecipato alivello territoriale – spiega Paparelli in un comunicato dell’ente – che va a regolamentare gli eventi che contribuiscono alla valorizzazione e allo sviluppo delle identità regionali in quanto espressione del patrimonio storico, sociale e culturale delle comunità dell’Umbria”.

LE TIPICITA’ – “Il testo di legge – aggiunge l’assessore – oltre a puntare alla qualificazione complessiva di un settore che conta oltre 600 manifestazioni, si propone il recupero dello spirito originario del termine ‘sagra’ e quindi, la garanzia della promozione effettiva delle tipicità locali, enogastronomiche e culturali, nonché una maggiore tutela per i consumatori. Con ciò – precisa Paparelli – si avvia un percorso di riconoscimento normativo delle sagre autentiche e delle feste a carattere popolare, distinguendole da tutti gli eventi spuri ed estemporanei, favorendone così la loro promozione a livello locale, regionale e nazionale”.

 IL LOGO – Potranno utilizzare il logo “Sagra tipica dell’Umbria”, esclusivamente “quelle manifestazioni aventi come finalità la valorizzazione di un territorio mediante l’utilizzo e la somministrazione di uno o più prodotti o lavorazioni di carattere enogastronomico aventi rappresentatività culturale o identitaria rispetto al territorio stesso”. Coerentemente a ciò, gli alimenti somministrati e indicati nei menù dovranno provenire, per almeno il 40 per cento, da prodotti inseriti nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque classificati e riconosciuti come Dop, Igp, Doc e Docg dalla Regione Umbria. In alternativa, gli stessi dovranno provenire, per la stessa percentuale da prodotti di filiera corta, a chilometri zero e di qualità. In ogni caso, almeno il 60 per cento dei piatti dovrà essere riferito ai prodotti o alle lavorazioni caratterizzanti la sagra stessa e previsti dai regolamenti comunali.

LE FESTE POPOLARI – Il ddl disciplina anche lo svolgimento delle feste popolari, ossia le manifestazioni organizzata esclusivamente o prevalentemente per finalità culturali, storiche, politiche, religiose, sportive e di volontariato, non necessariamente legata alla valorizzazione del territorio, con esercizio di attività di somministrazione: anche tali manifestazioni dovranno in parte, contribuire alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari umbri attraverso la somministrazione di alimenti provenienti, di norma, per almeno il 40 per cento, da filiera corta, a chilometri zero e di qualità.

10 GIORNI – Il nuovo testo stabilisce il limite massimo di dieci giorni per l’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande legato alle sagre e feste popolari, con una norma transitoria che prevede una moratoria di tre anni per adeguarsi ai parametri temporali, per le sagre e feste che attualmente hanno una durata maggiore. Inoltre viene precisato che gli spazi riservati al pubblico, appositamente allestiti e destinati ad attività di somministrazione di alimenti e bevande, non potranno essere superiori, nelle “sagre” al 70 per cento e nelle “feste popolari” al 50 per cento, della superficie complessiva disposizione dell’area interessata dalla manifestazione, escluse le aree destinate a parcheggio.

I DOVERI DEI COMUNI – Il Comune, attraverso il proprio regolamento, disciplina anche le modalità di comunicazione dell’elenco dei fornitori delle materie prime o dei semilavorati, nonché l’ordinato svolgimento delle sagre e delle feste popolari, evitando la sovrapposizione di date e di luoghi di svolgimento, coordinandosi se necessario, con i comuni limitrofi per lo spostamento di date e di luoghi di sagre e feste popolari già inserite nel calendario regionale.

ECOSOSTENIBILITA’ – Tra gli obblighi rientrano anche quelli relativi alla ecosostenibilita, quali la dotazione di contenitori per la raccolta differenziata, con particolare riguardo alle zone di preparazione di alimenti e bevande e di somministrazione dei pasti, l’utilizzo di stoviglie, posate e bicchieri riutilizzabili anche in confezioni monouso o, in alternativa, realizzate in materiali biodegradabili e compostabili, i criteri in materia di orari di svolgimento e di emissioni sonore, secondo le normative, da applicare alle singole sagre e feste popolari in relazione alle loro specifiche caratteristiche, i procedimenti amministrativi necessari allo svolgimento in conformità alle vigenti norme di legge nazionale e regionale ed ai regolamenti comunali.

IL CALENDARIO – L’esercizio è infine subordinato almeno 60 giorni prima dello svolgimento della sagra o della festa popolare, alla trasmissione, da parte dell’organizzatore al Comune competente per territorio, della richiesta di inserimento della manifestazione nel calendario regionale delle sagre e delle feste popolari, che sarà poi disponibile in internet nel portale della Regione.

“Si apre ora – annuncia Paparelli – un’ulteriore fase di partecipazione sul territorio che potrà arricchire il testo di ulteriori contributi, prima dell’approdo in aula, mantenendo fisso l’obiettivo di un settore che rappresenta un biglietto da visita dell’intera Umbria e che, pertanto, va qualificato e messo in sinergia con l’enogastronomia regionale ed in una situazione di complementarietà con quello della ristorazione umbra”.

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