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martedì 23 Aprile 2024
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Ricordato Piero Terracina, la scuola Bonfigli ha cristallizzato la sua testimonianza nel libro “Dal buio alla luce”

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Le lezioni scolastiche più belle, sono quelle dove le esperienze vengono condivise e riescono a stimolare lo spirito critico. E’ quanto accaduto all’Istituto Benedetto Bonfigli, in particolare nella sede di San Mariano, dove per ricordare Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah, nominato nel 2016 cittadino onorario di Corciano, scomparso l’8 dicembre scorso, i ragazzi hanno vissuto una mattinata ‘incollati’ alla lavagna multimediale per ripercorrere gli incontri che lo videro protagonista a scuola e che stimolarono la realizzazione del libro “Dopo il buio la luce”. Ideato dal Bonfigli (con il supporto del Comune) e corredato da un Dvd raccoglie e cristallizza, a beneficio delle future generazioni, le emozioni, le riflessioni, i disegni e gli interventi musicali scaturiti dall’incontro con Terracina. Un testo apprezzato dalla stessa Scuola Ebraica di Roma che nel 2017 ospitò la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto corcianese. Nel rivedere e riascoltare la testimonianza resa dall’allora ultraottantenne in due occasioni, in altrettanti anni, i ragazzi, nonostante il tramite del mezzo tecnico, si sono fatti prendere dall’impatto emozionale che “le parole vive” di Terracina sapevano suscitare.

Quattro anni fa abbiamo avuto il grande privilegio di ospitarlo nella nostra scuola e il racconto della sua vita, simile a quello di milioni di Ebrei, ha rappresentato la nostra più toccante lezione di storia e di vita – si legge sul sito della scuola – Verso Piero sentiamo un dovere dal quale non possiamo proprio prescindere: gli dobbiamo il rispetto per la sua storia, per il suo coraggio, per il suo racconto. Rispetto che oggi, ancora più di ieri, dobbiamo e vogliamo tradurre in impegno di cittadini consapevoli e di teste pensanti. Nella consapevolezza che la conoscenza del passato sia il miglior mezzo per muoversi nel presente, ci adoperiamo nel perseguire la conoscenza e usarla come unica arma di pace e Memoria. Un intento che ha trovato terreno fertile ed infatti, tra le tante testimonianze dei ragazzi, c’è chi ha scritto “oggi ho capito che non è sufficiente distinguere il bene il bene dal male, quest’ultimo va affrontato, fronteggiato ed eliminato” ed ancora “Piero ci ha aperto gli occhi su una dolorosa verità che, purtroppo, già conoscevamo, ma la sua testimonianza ha amplificato la consapevolezza di quello che gli uomini, fomentati dalla paura e dall’odio possono creare”. Alla fine, soprattutto nelle situazioni più drammatiche c’è una morale “Piero ci ha lasciato un grande messaggio – ha detto qualcuno dei ragazzi – mai sottovalutare l’odio. Speranza, amore, cultura, conoscenza e Memoria sono le armi per abbatterlo” … “racconterò le sue parole, un giorno, ai miei figli”.

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