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martedì 19 Marzo 2024
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Edilizia ferma al palo, le associazioni denunciano: “Nessuna traccia di ripresa”

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In Umbria ancora nessuna traccia di ripresa nel settore dell’edilizia. “La ricostruzione post sisma è ferma al palo, con il crollo degli investimenti pubblici e imprese che continuano a chiudere. Qui se non si fa qualcosa il tracollo sarà totale” hanno denunciato le associazioni umbre del settore. Imprese dell’industria, dell’artigianato e delle cooperative rappresentate da Ance, Cna Costruzioni, Confartigianato Anaepa e Lega Coop. In una conferenza stampa sono stati forniti i “dati reali” del settore e lanciato un “appello accorato” a tutte le istituzioni. “Nonostante gli annunci e le previsioni, anche autorevoli – è stato detto, in base a quanto emerge da un comunicato della Cna -, il 2018 non si sta rivelando affatto come l’anno della ripresa del settore delle costruzioni. Anzi, si rischia di destrutturare ulteriormente un settore decisivo per lo sviluppo economico del Paese.

In Umbria i dati sono anche più sconfortanti. Infatti, dopo una crisi decennale che nella regione ha provocato il dimezzamento sia dei lavoratori occupati nelle costruzioni (passati da 25 mila a 12 mila) sia della massa salari (ridotta da 220 milioni di euro agli attuali 100 milioni), i dati delle Casse edili di Perugia e Terni continuano a fornire dati definiti preoccupanti e registrano uno stallo su entrambi i fronti anche per i primi mesi del 2018. Non va meglio – è stato sottolineato ancora – per gli investimenti pubblici, che secondo le previsioni avrebbero dovuto trainare la ripresa delle costruzioni. Un trend “purtroppo confermato” – hanno detto i rappresentati delle organizzazioni di categoria – anche in Umbria dal rapporto sull’economia 2017 della Banca d’Italia, che ha registrato una “brusca riduzione” degli investimenti dei Comuni, che si è tradotta in un “crollo” degli appalti pubblici e quindi dei cantieri, “complice anche il nuovo codice degli appalti, che ha reso più incerte e difficili le procedure sia di aggiudicazione che di spesa”.

Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sulle opere pubbliche, in Umbria tra il 2003 e il 2017 gli importi dei bandi di gara per lavori pubblici sono calati di quasi il 40%. Negli ultimi anni, a partire dal 2011, ammontano a meno di 200 milioni di euro all’anno e rappresentano molto meno dell’1% del Pil regionale. La mancata entrata a regime delle opere di ricostruzione, a quasi due anni dal sisma 2016 – è stato sottolineato ancora -, ha contribuito a complicare ulteriormente il quadro. In questo periodo sono state prodotte 58 ordinanze commissariali e un numero altrettanto grande di ordinanze della protezione civile – hanno sottolineato i partecipanti alla conferenza stampa -, ma con un quadro normativo così grande e complesso, che ha ingenerato incertezze e un allungamento dei tempi di istruttoria delle pratiche, la ricostruzione stenta a partire. Ad oggi, infatti, a fronte di oltre 9 mila edifici danneggiati, sono circa 700 le pratiche presentate per la ricostruzione e 200 quelle autorizzate, di cui “solo pochissime” riguardanti la ricostruzione pesante e delle attività produttive. E non va meglio – è stato sottolineato ancora – sul fronte della ricostruzione pubblica, dove “deve ancora trovare attuazione il piano riguardante scuole, chiese, edilizia residenziale pubblica e altri edifici pubblici, a fronte di risorse stanziate per oltre 300milioni di euro”. (ANSA)

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