In vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 Corcianonline.it ha programmato interviste con i candidati umbri dei vari schieramenti politici. L’iniziativa prosegue con Massimo Monni, candidato alla Camera per Civica Popolare.
Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi?
“La necessità di portare avanti un’esperienza di governo che ha portato l’Italia fuori dalla crisi. Lo dicono i dati economici. C’è poi un altro aspetto molto importante: la necessità di fermare i populismi, gli estremismi e mantenere salde le nostre radici europee”.
Perché votare lei, perché il suo partito?
“Chi mi conosce sa quali sono i valori che animano la mia attività politica e con quale passione l’ho sempre fatta. Non ho mai avuto poltrone e mi sono sempre impegnato con i moderati e riformisti per la società civile. Perché scegliere Civica Popolare? Perché abbiamo dimostrato di essere il faro per i centristi moderati e la società civile nella coalizione di governo grazie al mantenimento della nostra autonomia”.
Se dovesse essere eletto quale sarà la sua prima iniziativa?
“Io credo che non ci sia impegno più urgente adesso se non quello di portare avanti l’attività del governo uscente. E’ giusto ribadirlo perché questo è un momento molto delicato. Pensiamo alla legge sui vaccini del nostro ministro Lorenzin. Una legge che è riuscita ad aumentare le coperture contro le malattie ma che è sempre sotto tiro. Bene, occorre tenere il punto e mantenere il sostegno politico a chi ha fatto certe scelte”.
Quanto è importante mantenere un contatto con il proprio territorio di appartenenza?
“Non solo il contatto, ma il dialogo. C’è un gran bisogno di essere informati. Mi spiego meglio. Io credo che gli eletti in Parlamento debbano organizzare periodicamente iniziative con gli elettori, incontri ma anche visite, per informare i cittadini su ciò che si sta facendo di concreto in Aula. Sembra scontato, ma non lo è”.
Qual è il futuro dell’Italia nell’Europa?
“Noi siamo europeisti, quindi crediamo che l’Italia debba avere un ruolo da protagonista nel rilanciare l’idea di Europa e sconfiggere i sentimenti antieuropei. Come fare? Con una politica più vicina ai cittadini”.
Quali sono i punti deboli e i punti di forza dell’Umbria?
“C’è un tessuto economico fatto di piccole e medie imprese che spesso è impreparato alle difficoltà della globalizzazione. Ma allo stesso tempo questa è una ricchezza, perché quelle aziende rappresentano spesso eccellenze del territorio. Cosa fare? Sostenerle, magari migliorando i collegamenti come è successo con il Frecciarossa e la Quadrilatero”.
Come vede in Italia un futuro fatto di macroregioni?
“Mi pare che questa idea negli ultimi mesi sia stata messa nei cassetti, anche per via della campagna elettorale. Credo che sia un progetto interessante e che può avere dei vantaggi, anche per l’Umbria. Però è necessario capire come saranno gestite le autonomie e la rappresentatività dei territori”.
Che scenari politici reputa probabili all’indomani del 4 marzo?
“Vedo molta incertezza. Nutro una speranza, quella che gli italiani capiscano che è necessario allontanare populismi ed estremismi dalla nostra vita politica”.
Com’è cambiata la politica nell’epoca dei social network?
“In bene ma anche in male. Ora il confronto può essere più ampio e si possono spiegare le proprie idee a platee molto più ampie. Allo stesso tempo, però, c’è troppa violenza verbale e scarsa culturale del confronto, per questo spesso leggo cose scritte di pancia anziché con la testa”.
Populismo, immigrazione, violenza: come commenta i fatti più recenti?
“C’è poco da commentare, sono episodi che vanno censurarti. Sono preoccupato, non lo nascondo. Ma sono sicuro che la nostra democrazia saprà allontanare questi fantasmi che con la democrazia hanno poco a che fare”.
