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giovedì 28 Marzo 2024
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Febbre nei bimbi: ecco quello che c’è da sapere

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La febbre è un meccanismo di difesa che il nostro organismo mette in atto per rispondere ad un’infezione.

Ecco alcune informazioni utili ed indispensabili per non allarmarci quando non serve e per allertarci quando se ne dovesse presentare l’occasione.

  • Quando la febbre deve essere considerata un campanello d’allarme? Se il bimbo ha meno di trenta giorni di vita anche qualche linea di febbre deve essere affrontata con la dovuta serietà ed il bambino va portato al pronto soccorso per un controllo tempestivo; fino ai tre mesi di vita è opportuno chiamare il pediatra nel caso si presentasse un qualsiasi episodio di febbre, anche apparentemente bassa; fino al primo anno di età occorre tenere monitorato l’andamento della febbre e, in ogni caso, contattare in giornata il pediatra per valutare la necessità di un controllo; dopo l’anno di età, anche in presenza di febbre alta ma senza altri sintomi evidenti, è invece opportuno contattare il pediatra solo se dopo due o tre giorni la febbre non cala o se compaiono altri sintomi.
  • Come si misura la febbre? La febbre si misura sempre con un termometro digitale in quanto, ad oggi, è considerato il più affidabile in termini di sensibilità di misurazione e il più sicuro a livello manuale. Allo stesso modo, la misurazione ascellare è considerata la più sicura e la più affidabile, anche nei neonati, pertanto considerate pure superate le misurazioni rettali e quelle orali, spesso fuorvianti o non corrispondenti al vero. È da considerarsi febbre una temperatura che superi i 37,5 gradi.
  • Come ci si deve comportare in caso di febbre? NO alle spugnature in caso di febbre alta perché non solo sono inutili ma, se fatte con il vecchio rimedio dell’alcool, possono addirittura risultare dannose. NO anche alle coperte per far sudare il bambino che, al contrario, deve essere scoperto e vestito con abiti leggeri per consentire al corpo di reagire allo sbalzo termico dovuto alla febbre: se il bambino trema o suda, infatti, è perché il corpo sta rispondendo correttamente agli stimoli inviati dal “termostato” del cervello.
  • Quando vanno somministrati farmaci? Le linee guida consigliano di non somministrare nulla al di sotto dei 38,5 gradi ma, ovviamente, se ci rendiamo conto che nostro figlio è sofferente pur avendo una temperatura più bassa, possiamo dargli del paracetamolo (antipiretico) o dell’ibuprofene (antinfiammatorio e antidolorifico) prestando molta attenzione al dosaggio: occorre dosare i farmaci in base al peso e non in base all’età del bambino, affinché le dosi siano precise e si riducano gli effetti collaterali, rispettando anche gli intervalli di somministrazione indicati sul bugiardino. Ricordate che è peggio un farmaco somministrato male rispetto ad una comune febbre. Per questo motivo sono assolutamente da preferire i farmaci per somministrazione orale (gocce, sciroppo) rispetto ad esempio alle supposte (che, oltre a non poter essere dosate con la stessa precisione, possono subire interferenze che ne riducono l’assorbimento – vedi, ad esempio, la presenza di feci in sede di inserimento).
  • Come si affrontano le convulsioni febbrili? È importante, in caso si verifichi una convulsione, lasciare il bambino sdraiato a terra senza intervenire in alcun modo (in particolare senza mettergli le dita in bocca) e liberando lo spazio circostante da qualsiasi pericolo contro cui potrebbe sbattere nel corso dell’attacco. Solo a convulsione terminata, è necessario intervenire sdraiando il bambino sul fianco in posizione di sicurezza e portandolo poi al pronto soccorso.

Giada Gatti

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