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venerdì 19 Aprile 2024
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Agriturismi in ginocchio, la CIA lancia l’allarme: “Gli spot non bastano, servono altre misure”

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In tempi normali nel calendario degli agriturismi questo sarebbe il momento di cominciare a registrare le prenotazioni per Pasqua e Pasquetta. Invece, dopo i ripetuti terremoti in Centro Italia, le strutture ricettive “verdi” di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio continuano a fare la conta delle perdite.
Un movimento turistico che prima degli eventi sismici cominciati il 24 agosto scorso generava un fatturato annuo da 173 milioni di euro negli agriturismi dell’Appennino, ora segna un crollo fino al 50% anche nelle zone non colpite e nonostante il 95% delle strutture in perfetta efficienza.
Questa la fotografia scattata da Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Agricoltori italiani,
durante la sua Assemblea nazionale che si è tenuta a Spoleto.

L'”effetto panico” generato attorno al sisma – sottolinea la Cia – ha bloccato i turisti, nonostante la
maggior parte delle 3.852 aziende agrituristiche presenti nelle quattro regioni si trovi in aree lontane dal cratere.
Una situazione che è stata definita drammatica: le 2.450 strutture agrituristiche nelle province colpite dal terremoto giĂ  registrano mancati introiti per 33 milioni di euro. Ancora piĂą grave la perdita economica per gli agriturismi che si trovano all’interno del cratere del sisma: 655 aziende che, tra danni e assenza di guadagni, hanno giĂ  visto sfumare circa 12 milioni di euro dal 24 agosto a oggi.

Secondo Turismo Verde-Cia, la rinascita del Centro Italia passa anche per le imprese agricole e agrituristiche che sono fondamentali per garantire la tenuta del tessuto socio-economico di queste zone del Paese, soprattutto delle aree interne. Per questo, l’organizzazione chiede alle istituzioni di promuovere al piĂą presto una campagna di sensibilizzazione per riportare le persone nelle regioni colpite dal sisma e rilanciare il turismo rurale, non solo con spot pubblicitari ma anche attraverso misure incentivanti come sgravi fiscali o “sconti famiglia”.

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